Acqua: cosa esce dai nostri rubinetti?

Per poter entrare nelle nostre case, l’acqua deve rispettare parametri fissati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità

 

Fonte: tin.it

L’acqua è l’elisir della vita per eccellenza e, se assunta in quantità sufficiente, contribuisce al benessere del nostro corpo. Per questo è importante bere un’acqua sicura e non contaminata.
Affinché un’acqua possa essere considerata potabile, dev’essere pura, non deve contenere microrganismi e parassiti né altre sostanze in quantità o concentrazioni tali da rappresentare un potenziale pericolo per la salute, dev’essere anche priva di colore e di odore, chiara e fresca. Infatti solo quella fredda è potabile perchè nell’impianto della calda, l’acqua spesso rimane troppo a lungo ad una temperatura che è ottimale per lo sviluppo di batteri.

Oggi il consumo di acqua del rubinetto è notevolmente diminuito rispetto a prima e le cause, oltre al timore che ciò che beviamo non sia sicuro e salubre, è anche il suo cattivo sapore, la sua troppa “durezza”, o il fastidioso gusto di cloro.Recenti studi hanno mostrato una correlazione tra l’assunzione prolungata di acque clorate e l’aumentato rischio di cancro a prostata, vescica e retto. C’è poi anche la tossicità per fegato e reni.

Per poter entrare nelle nostre case, l’acqua deve rispettare parametri fissati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Sostanze come cloriti, arsenico, fluoro, trialometani e tante altre sono tollerate fino a una certa soglia.
Secondo dei controlli fatti sul territorio italiano, riguardo ai limiti di potabilità, la distribuzione geografica dei contaminanti mostra una netta prevalenza dei composti organo alogenati (tetracloroetilene e tricloroetilene) nel Nord-Italia. Nelle Regioni del Sud (Puglia e Calabria) prevalgono i trialometani, in particolare il cloroformio. Il bromoformio è più presente nelle zone costiere della Toscana, bassa Liguria e Puglia ionica. I numeri: il 32,82% dei campioni da rubinetto presenta limiti oltre la norma di composti organoalogenati; il 72,82% di trialometani; il 77,44% di entrambi. E nell’aqcua dei nostri rubinetti sono state trovate anche tracce di medicinali, quali antibiotici, ansiolitici, anti-infiammatori.

“I risultati ottenuti indica­no elementi di criticità igienico-sanita­ria nelle abitazioni, dovuti soprattutto alla presenza di contaminanti di natura chimica (composti organo alogenati e trialometani) e microbiologica», spiega il docente di Idrologia e Idrogeologia dell’università Federico II di Napoli, Massimo Imparato, direttore del Ce­ram e coordinatore dello stu­dio.

Altroconsumo, sulla scorta di anni di analisi e controlli, dichiara che la “minerale” non è migliore della “potabile” ed è ingiustificato il timore dei consumatori preoccupati del fatto che l’acqua del loro rubinetto sia impura, sporca e nociva per la salute. Questa paura ha fatto sì che, negli ultimi anni, il mercato dell’acqua in bottiglia si espandesse a vista d’occhio. Con il conseguente vertiginoso aumento dei costi, considerando che il prezzo della “minerale” oscilla tra i 20 e oltre i 50 centesimi al litro, cioè è dalle 300 alle 1000 volte più cara dell’acqua del rubinetto.
In effetti, bere acqua dalla fonte è un modo pratico e semplice per risparmiare denaro, ridurre l’inquinamento e l’utilizzo di materie prime, ma anche la produzione di rifiuti e il traffico sulle nostre strade.
Duemila anni fa i romani sapevano fare arrivare acqua buona a centinaia di migliaia di persone. Troveremo anche noi il modo per farlo?

Acqua: cosa esce dai nostri rubinetti?ultima modifica: 2009-05-13T09:03:46+02:00da bibendum3
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